Il terzo e più importante obbligo imposto dalla normativa sulla tracciabilità è quello di utilizzo dei codici CIG e CUP. Questi codici devono essere riportati su ogni atto inerente l’appalto (contratti, verbali ecc.) ma soprattutto vanno indicati in ogni pagamento.
Il conto dedicato e l’uso di strumenti tracciabili sarebbero inutili se non fosse possibile anche collegare ogni pagamento con l’appalto che lo ha originato.
Come abbiamo visto in altri articoli, i codici CIG e CUP vengono richiesti dalle PA, servono a identificare in modo (si spera) univoco ogni appalto e sono archiviati in due database (quello dei CIG presso ANAC, quello dei CUP presso la Presidenza del Consiglio) facilmente accessibili agli inquirenti.
Che sia una piccola fornitura o un appalto di lavori da milioni, ogni appalto deve essere accompagnato da questi codici tanto nella documentazione amministrativa (ad es. sui contratti), che in quella tecnica (ad es. verbali di consegna, ultimazione ecc.), che in quella contabile (ad es. liquidazioni e mandati).
Riportandoli in ogni pagamento, si rende possibile la tracciabilità: immaginiamo una grossa azienda informatica, che riceva più appalti da più pubbliche amministrazioni, tra cui alcuni per la fornitura di PC al Ministero della Giustizia. Con il conto dedicato e il pagamento tramite bonifico si può vedere che ha ricevuto ad es. tre pagamenti dal Ministero, ma se la contabilità fosse tenuta in modo irregolare sarebbe difficile capire a quale degli appalti in corso si riferisce ciascun pagamento. Inserendo nella causale i codici CIG e CUP invece questa informazione emerge con chiarezza, anche se l’impresa volesse nasconderla.
Dato che poi il legislatore ha imposto l’uso dei codici CIG e CUP anche alle imprese, è possibile vedere precisamente che uso ha fatto l’impresa del denaro incassato. Tornando al nostro esempio, sarebbe possibile vedere da quale grossista ha acquistato i computer poi rivenduti al Ministero, e a quale prezzo, perché anche il bonifico al grossista deve riportare il codice CIG dell’appalto.
Illustrati i meccanismi della tracciabilità, resta da spiegare che rilievo hanno nell’agire quotidiano del funzionario amministrativo.
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Buongiorno,
sono un Ufficio Sicoge/INIT del Funzionario Delegato. Ho ricevuto una fattura per acquisto di buoni pasto e il fornitore ha fatturato due acquisti indicando i relativi CIG. Premetto che gli ordini prevedono le stesse condizioni. Posso accettare una fattura con due CIG? alla fine della tracciabilità anche il conto corrente su cui farò il pagamento è lo stesso per entrambe le pratiche.
Sì, se le è possibile indichi nella causale di pagamento entrambi i cig. Oppure paghi con due OS diversi, uno per ciascun ordine (rispetto alla fattura, uno sarà in acconto, l’altro a saldo)
Buona sera,
sono un direttore amm.vo. Si è proceduto all’ acquisto di una fornitura, con unico CIG, la cui copertura trova origine da due distinti aggregati di spesa ( di cui uno con CUP). In determina è stato indicato dettagliatamente che un importo della fornitura è coperto dall’ aggregato x e l’ altra parte dall’ aggregato y avente cup…….. Orbene, nella fattura che sarà emessa, il fornitore dovrà indicare sia il cig sia il cup, ma quest’ ultimo potrà essere indicato solo per quota parte, o inserire nella fattura una nota? Vi sono sul punto vi è discordanza. C’è chi ritiene di dover fare due ordini diversi con due cig diversi. Ma non esiste il divieto di frazionamento della fornitura? inoltre così facendo non si lede il principio della rotazione?
In genere io faccio un ordine unico con un solo cig, ma poi dò istruzioni di fare due fatture distinte, una con cig+cup, l’altra con solo cig
Pongo una domanda: qualora un fornitore ometta nella fattura i codici CIG e CUP,posso accettarla ugualmente e indicarli solamente nel pagamento che Effettueró tramite bonifico?
Grazie
No, dall’articolo 25, co.3 del DL 24 aprile2014, n. 66 vieta di pagare le fatture prive di CIG e l’interpello 436 del 2020 dell’Agenzia delle Entrate dice che la mancanza del cig si sana con una nuova fattura che lo contenga. Quindi deve farsi mandare una nota di credito (che accetterà) a storno della fattura priva di cig, e una nuova fattura che lo contiene. Se nota una fattura senza cig, la rifiuti che è meglio.
buonasera, sono obbligato a rifiutare un bonifico o una riba che non riportano il cig ma fanno riferimento ad una fattura che è specificato il cig .
grazie
Non necessariamente, per gli addebiti diretti in conto corrente (addebiti SEPA, le vecchie riba) in alcuni casi l’ANAC autorizzava a non riportare il cig nei pagamenti, bastava fosse nel mandato alla banca di addebitare continuativamente le fatture di quel certo contratto (guardi le linee guida sulla tracciabilità e le relative faq, ad es. sulle carte di pagamento). Negli altri casi il cig va sia sulla fattura che nel pagamento. Ma mi scusi in che modo può “rifiutare un bonifico”?
E’ possibile pagare un’unica fattura con un solo CIG ed usare due o più CUP diversi per coprire l’intero importo?
Sì, ma i mandati (tipo uno di acconto sul CUP X e uno a saldo sul CUP Y) devono essere molto precisi (specialmente se si parla di PNRR) e riportare ognuno un CUP diverso, per evitare disallineamenti nei monitoraggi. Altrimenti potete fare un mandato unico con entrambi i CUP poi caricare la quota a carico di ogni CUP nel vostro gestionale e (cosa più complessa, immagino) nella BDNCP. Io suggerisco caldamente mandati distinti per maggiore chiarezza. Se si parla di PNRR raccomando fatture distinte, lì conviene precisione e chiarezza assoluta.
l’azienda che ha effettuato gli smaltimenti ha emesso la fattura nei confronti dell’appaltatore con cig e cup nella causale posso liquidarla lo stesso visto che non vengono riportati negli appositi spazi che indica l’agenzia delle entrate con provvedimento del 30 aprile 2018.
Sì
Buongiorno,
siamo un’impresa installatrice e abbiamo preso in carico da una azienda un progetto con CUP (solo CUP, niente CIG). Dove dobbiamo inserire il Codice CUP? Solo sulle nostre fatture o anche sulle bolle/fatture dei ns. fornitori?
Inseritelo dappertutto
Buongiorno, a fronte di un Ordine NSO avente 2 righe con 2 CIG diversi, è possibile pagare la rispettiva fattura riportante le 2 righe ma solo uno dei 2 CIG? Qui in ufficio dicono che basta che ci sia “il CIG prevalente” ossia quello di maggior importo eppure io ritengo che tale convinzione non abbia fondamenta.
Secondo me sì se alla fine il totale dei pagamenti corrisponde a quello delle due righe (ossia, alcune fatture col cig 1 e altre col cig 2 e alla fine gli importi sono giusti per ciascuna riga), oppure se l’unico cig usato è stato battezzato in contratto come cig MASTER in contratto (l’Anac prevede questa opzione quando qualcuno si aggiudica più lotti). Ma non lavoro in sanità e non è detto che per voi non valgano regole speciali…
Buongiorno, un nostro cliente si è accorto a settembre di aver esaurito la capienza di un ordine con un determinato cig, ne deve aprire uno nuovo con un nuovo cig. Purtroppo considerando tutte le consegne fatte per quell’ordine si sono accorti di aver superato il valore dell’ordine, chiedono lo storno parziale di una fattura di giugno (una consegna di giugno) e una nuova fattura con il cig che ancora devono fornire, le altre fatture di luglio e agosto resterebbero sul vecchio cig. Possono chiedere una cosa del genere? al momento della consegna era valido quell’ordine e quel cig, inoltre posso emettere una fattura relativa ad una consegna di giugno con un cig emesso ad ottobre? sostengono inoltre che non possono pagarci la fattura perchè non può esistere una fattura con 2 ordini e 2 cig diversi.
grazie
Non sono sicura di aver capito bene, quindi forse quel che scrivo non risponde al suo quesito, ma ci provo.
Parto dal fondo: può esistere una fattura con due cig e per due ordini? Sì, nessuna norma dice che a ogni fattura corrisponde un solo cig, ma si dice che deve esserci il cig sennò non si può pagare. Il fatto è che se ci sono più cig e più ordini può nascere caos nella contabilità dell’ente. Forse il loro gestionale è molto rigido e si blocca se ci sono più cig, forse non imputa correttamente gli importi, probabilmente devono intervenire a mano per imputare gli importi ai diversi impegni a cui si riferiscono.
Per l’altra questione, innanzitutto per il futuro suggerisco di controllare SEMPRE le forniture rispetto agli ordini, così evita questi disguidi. Se stanno sforando li avvisi lei. A pasticcio avvenuto, se lo sforamento è piccolo farebbero prima ad aumentare l’ordine iniziale con una determina, ma immagino che siano oltre il 20%.
Non potendolo fare, sarebbe più corretto usare il vecchio ordine e le vecchie fatture fino a capienza dell’ordine, poi fare nota di credito per ciò che resta fuori dalla fattura più recente e nuovo ordine per coprire quella e ciò che verrà. Se a loro viene più comodo fare come chiedono lo faccia, ma se lo faccia mettere nero su bianco, si sa mai.
Possono? Diciamo che devono giustificare la fornitura in qualche modo, quindi in un certo senso devono per forza avere un nuovo ordine e una fattura successiva a questo. Che la consegna sia avvenuta prima, bè, starà a loro giustificarlo (urgenza? Boh, immagino che ci sia una loro richiesta scritta per le forniture eccedenti…)