La nuova Tesoreria dello Stato
Una delle novità più dirompenti di fine 2024, passata quasi inosservata, è la creazione di una nuova Tesoreria dello Stato in sostituzione di quella che conoscevamo fino ad oggi.
E’ infatti stata data piena attuazione al DL 73-2022 (poi L. 122-2022), che prevedeva la totale reingegnerizzazione della Tesoreria dello Stato (di cui si sentiva effettivamente un gran bisogno). In questo articolo cercherò di illustrare in concreto cosa cambia dal 1 gennaio 2025, ma mi riservo di approfondire i dettagli in altri articoli via via che userò i nuovi sistemi e le nuove procedure.
Nel loro insieme le novità dovrebbero costituire un colossale passo in avanti velocizzando e semplificando lo scambio di informazioni con Bankitalia. Come sempre però si tratterà di vedere se alle buone intenzioni corrisponde un’altrettanto buona realizzazione delle stesse. In teoria la maggior parte delle novità dovrebbe essere “sotto il cofano”, solo informatiche, ma ci sono anche novità procedurali. Per ora ho solo le tre circolari del MEF (41-42-43) a illustrarle, per cui in questo articolo provo a decifrarle senza pretesa di onnicomprensività nè di certezza.
La circolare RGS 41 del 16 dicembre 2024 elenca queste novità:
- abrogazione delle Tesorerie Provinciali dello Stato e loro sostituzione con una sola, unitaria Tesoreria dello Stato che accorpa in sè le precedenti. (Per questo motivo su Sicoge ora è obbligatorio -per i soli funzionari delegati- indicare in Codifica l’indirizzo dell’ente ordinante, poichè pare che non sappiano come reperire altrimenti la territorialità del pagamento. Per gli ordinatori primari non serve perchè sono associati al codice IPA. Non commento…)
- modifica degli IBAN collegati alle tesorerie: non più agganciati come prima alle Tesorerie provinciali, gli IBAN adesso sono riferiti alla tesoreria statale unica
- modifica delle disposizioni di pagamento delle amministrazioni statali dotate di autonomia e degli organi costituzionali
- divieto di versamenti e pagamenti in contanti presso le filiali della Banca d’Italia (possibili solo presso gli sportelli di Poste Italiane)
- obbligo di girofondo per i versamenti in favore del bilancio dello Stato (usando i nuovi IBAN)
- obbligo di girofondo per i pagamenti in favore dei soggetti titolari di contabilità speciali o di altri conti aperti presso la Tesoreria statale (conti correnti di tesoreria, contabilità speciali e conti correnti di tesoreria unica)
- obbligo di girofondo per i pagamenti in favore di Banca d’Italia
- uso obbligatorio dello standard di ordinativo di pagamento ‘OPI-TS’ (quello di SIOPE) con esclusione di qualunque altra tipologia di comunicazione con Banca d’Italia
- abrogazione di mandati informatici collettivi e ordini collettivi di pagamento: ogni disposizione di pagamento deve essere rigorosamente in favore di un singolo beneficiario
- abrogazione delle disposizioni della circolare RGS 11-2019 per i pagamenti in valute diverse dall’euro e nuovo iter per l’uso del ‘fondo scorta’ per questi pagamenti
- dematerializzazione dello “Speciale ordine di pagamento in conto sospeso” SOP
- costituzione dei “depositi provvisori” solo tramite bonifico e svincolo degli stessi con un nuovo tipo di pagamento (di tipologia “svincolo deposito provvisorio”)
- pagamenti in titoli di credito solo in casi marginalissimi e tassativamente indicati
- impossibilità di modificare gli ordinativi di pagamento dopo la trasmissione (resta il solo annullamento)
- modifiche nella gestione dei pignoramenti dei fondi giacenti presso Banca d’Italia
- dismissione dell’applicativo GEOCOS
- dismissione dell’applicativo “conti di tesoreria”
(e forse me n’è sfuggita qualcuna)
Per realizzare tutto questo, viene creata una nuova architettura informatica denominata Re.Tes. e un nuovo applicativo detto ORTES (che prende il posto di Geocos e Conti di tesoreria). A ORTES è dedicata la circolare RGS n. 43, di cui mi occuperò in un articolo a sè vista la sua importanza. Sicoge è interoperabile nativamente con Re.Tes. mentre chi usa altri programmi deve interfacciarsi obbligatoriamente con il sistema d’interfacciamento della Banca d’Italia (“SIBI”).
Questi nuovi sistemi informatici sono stati messi online il 1 gennaio 2025 sostituendo i precedenti senza alcun periodo di coesistenza con gli stessi e senza alcun tipo di formazione per gli utenti a parte le circolari RGS (uscite, ricordiamolo, il 16 dicembre). Quindi la Banca d’Italia ha effettuato un notevole miglioramento dei propri sistemi e delle modalità di lavoro dei propri impiegati (liberandosi della ‘scocciatura’ della gestione del contante e dell’utenza che va a ritirarlo, ad esempio) usando la sua consueta delicatezza verso gli impiegati del resto del mondo. Nulla di nuovo sotto il sole, almeno sotto questo profilo. Si spera che almeno gli informatici di tutta Italia stessero lavorando all’interfacciamento con i nuovi sistemi dietro le quinte, da mesi, o ci saranno problemi non indifferenti (ma fortunatamente Banca d’Italia in genere è molto più efficiente di ANAC).
I nuovi IBAN
In concreto, i nuovi IBAN delle pubbliche amministrazioni li potete trovare qui. Se per errore avete emesso o ricevuto pagamenti usando i vecchi IBAN, Banca d’Italia graziosamente li dirotterà verso i nuovi. Non si sa per quanto tempo durerà questo servizio di ‘correzione’ dei bonifici, ma quando finirà i bonifici saranno stornati e restituiti all’ordinante. Quindi suggerisco di controllare i nuovi conti e di cominciare a diffonderli a tutte le controparti interessate.
Di sicuro adesso che siamo all’inizio del nuovo sistema si stanno verificando problemi. In molti si sono visti respingere i versamenti dell’IRAP effettuati a dicembre, con le motivazioni più varie. Al di là di alcune stranezze (in molti mi scrivono che i provvisori di entrata che arrivano dalla Banca d’Italia sono incomprensibili perchè la causale è fatta di soli zeri o vuota) però la difficoltà principale è capire quale IBAN usare al posto di quello usato fino a ieri.
Per fortuna stanno cominciando a comparire alla spicciolata sui vari siti informativi tipo il mio le notizie che tutti cercano. Ad esempio, per il riversamento degli importi delle CIE, l’IBAN è IT 21T 01000 03245 BE00000002CD (Grazie LaPostadelSindaco!)
In caso di uso del modello F24EP (che pure diventa obbligatorio per versamenti fiscali e previdenziali -in teoria, scommetto che Sicoge derogherà ancora-), Agenzia Entrate addebiterà automaticamente l’IBAN dell’ente. In caso di incapienza avviserà l’ente e stralcerà l’intero F24 senza emettere alcun “conto sospeso collettivi”.
Per i pagamenti in contanti, non essendo più possibile disporre il pagamento presso Banca d’Italia, per disporli presso Poste si dovrà usare il “Bonifico domiciliato” (per ora non chiedetemi dove e come si emette in Sicoge, ne parlerò in altri articoli). Se avevate emesso un pagamento da riscuotere in contanti presso Banca d’Italia e il beneficiario non l’ha riscosso entro la data di esigibilità, Banca d’Italia ve lo restituirà come pagamento non andato a buon fine.
Piccola digressione: immagino che dietro a queste disposizioni qualcuno possa immaginare orribili complotti volti all’eliminazione dell’uso del contante e al controllo delle persone da parte di chissà quale lobby. Bè, nonostante la mia aperta disistima verso Banca d’Italia, che non intendo nascondere in alcun modo, devo dire che capisco perfettamente perchè hanno voluto liberarsi dalla gestione del contante. Troppe persone, quasi sempre pubblici dipendenti, lasciavano i loro mandati a giacere per mesi, andando a riscuoterli a loro comodo e creando enormi problemi di contabilizzazione, specie a cavallo d’anno. E’ per colpa di qualcuno se non si fa più credito a nessuno, non per fare ‘regali alle banche’ o perchè vogliono controllare come e cosa spendiamo!
Ultima annotazione: negli ordinativi di pagamento OPI il versante viene identificato alternativamente o con il codice ufficio BDAP o (per i FD) col codice meccanografico del funzionario delegato. Non stupitevi se vedete stringhe diverse da prima!
I pagamenti mediante titoli
Un paragrafo a sè lo voglio dedicare alla novità dei pagamenti con ‘assegni a copertura garantita’, perchè penso che saranno presto di uso molto comune:
Di quelli che erano i pagamenti mediante vaglia cambiario, assegni circolari e simili, nella nuova Tesoreria restano solo i nuovi “assegni a copertura garantita” al verificarsi di entrambe le seguenti condizioni: che si debba dare esecuzione a provvedimenti giurisdizionali di condanna dell’amministrazione e che non sia possibile acquisire gli estremi del conto di pagamento del beneficiario. Con la consegna dell’assegno si estingue
l’obbligazione dell’amministrazione (i fondi posti a garanzia della copertura del titolo sono impignorabili). Se i beneficiari non incassano il titolo non è un problema dell’amministrazione. La comunicazione di giacenza infatti produce gli effetti dell’offerta reale ai sensi dell’articolo 1209 del codice civile.
All’atto dell’emissione della disposizione di pagamento l’amministrazione notifica al beneficiario e al procuratore costituito nel procedimento giurisdizionale presupposto (con modalità che garantiscano la prova certa della ricezione) di aver emesso una disposizione di pagamento da
estinguersi con assegno a copertura garantita. La comunicazione dovrà contenere le informazioni inerenti alla disposizione di pagamento tra le quali, in particolare, un “codice univoco” che consente a Poste Italiane S.p.a. di identificare il soggetto legittimato al ritiro dell’assegno, nonché l’esatta indicazione del termine di prescrizione del diritto, entro cui le somme sono mantenute a disposizione del beneficiario presso Poste Italiane.
La notifica deve essere presentata presso qualsiasi sportello di Poste Italiane S.p.a. per la consegna dell’assegno.
I girofondi
Come indicato all’inizio, i girofondi sono obbligatori in varie situazioni.
La circolare RGS n. 42-2024 è espressamente dedicata a questo strumento, e dispone che al momento del girofondo gli enti assoggettati al regime di tesoreria unica di cui alla legge 29 ottobre 1984, n. 720 debbano indicare necessariamente il codice identificativo IBAN dell’amministrazione beneficiaria al posto del numero del conto di tesoreria (ovvero dell’unità elementare del bilancio) in caso di versamenti all’Erario.
Se questo non avviene, la circolare dispone espressamente che il tesoriere o il cassiere di tesoreria unica non dia seguito all’operazione. Quindi, o (nuovo) IBAN o niente girofondo.
Quindi, suggerisco a tutti di diffondere il proprio IBAN a tutte le altre PA che devono inviare loro somme (Comuni ecc.), e di iniziare ad acquisire a propria volta gli IBAN degli enti a cui devono pagare qualcosa. Ripeto: non si userà più il numero di conto di tesoreria ma l’intero IBAN.
Ci tengo a sottolineare che l’obbligo di uso di girofondi per lo scambio di denaro tra enti assoggettati alla tesoreria unica probabilmente risolve una volta per tutte l’annoso problema dell’uso di PagoPA tra PA. Il problema è -come sempre- la riconciliazione del versato col debito che si vuole estinguere…
E la formazione?
E la formazione su tutte queste novità, su ORTES eccetera? Dovrebbero esserci vari corsi, alcuni -per i referenti delle amministrazioni maggiori- in teoria sono già partiti, altri saranno attivati su AreaRGS. Appena li troverò ne darò notizia.