L’avvio della contabilità accrual

L’avvio della contabilità accrual

L’avvio della contabilità accrual

Avrete notato tutti che quest’anno il MEF  tarda ad emanare la consueta circolare di chiusura della contabilità. Mentre scrivo, infatti, non ve n’è ancora traccia, mentre nel 2023 era uscita il 16 novembre. In genere, quando questa circolare tarda è perchè ci sono in arrivo novità che ne stravolgono il testo che invece di regola è sempre uguale (salvo che per le date del calendario).

Ed infatti, ecco che puntuale arriva una novità che per gli enti locali farà epoca, ossia l’avvio della contabilità accrual (quindi immagino che a breve uscirà la circolare di chiusura, che dirà cosa cambia per il settore Stato, forse la formazione di cui parlo sotto).

In verità si sapeva da mesi che sarebbe partita, ma non arrivando istruzioni concrete qualcuno sperava in un rinvio. Invece, probabilmente perchè è un obiettivo PNRR, ecco che è uscita la Determina del Ragioniere Generale dello Stato n. 259 del 26 novembre 2024 che conferma l’avvio della “fase pilota” dal 1 gennaio 2025 indicando gli enti che sono tenuti ad attuare le novità.

avvio della contabilità accrual

Cos’è la contabilità accrual

Senza pretesa di addentrarmi in discorsi troppo specifici che meritano articoli a sè, la contabilità accrual è un sistema contabile in cui si registrano le operazioni contabili non in base al momento in cui si verifica lo spostamento della cassa, il pagamento (questa è la contabilità finanziaria, basata su impegni, scadenze e pagamenti), ma in base al momento in cui maturano i diritti e gli obblighi connessi all’operazione (contabilità economico-patrimoniale). In altre parole, si guarda al momento in cui è rinvenibile l’utilità economica ceduta/acquistata, non al momento in cui si concretizza il pagamento.

Un sistema contabile accrual permette di analizzare la situazione economica di un ente (quanto e come spende) molto meglio della pura contabilità finanziaria (quanto spende e basta) ossia soddisfa molto meglio le esigenze conoscitive dei decisori e dei cittadini.

Per questo, uno degli obiettivi del PNRR è adottare un unico sistema di contabilità per tutto il settore pubblico italiano, superando le differenze nelle regole contabili esistenti ad es. tra enti locali, sanità, Ministeri, università ecc. E questo unico sistema contabile deve essere basato sul principio accrual. Fatto questo, a questo sistema economico-patrimoniale si può anche affiancare un sistema finanziario (ma non è obbligatorio e un domani forse verrà meno), ma l’obbligo è per l’accrual.

L’avvio della contabilità accrual

Il cammino per portare tutte le PA a questo sistema è iniziato anni fa, il PNRR ha solo abbreviato i tempi. Esistono infatti da anni gruppi di lavoro per armonizzare i sistemi contabili delle varie PA, per definire standard contabili uniformi (ad es. come devono essere composti i bilanci, quali sono i principi contabili ecc.), un unico piano dei conti ecc. ma soprattutto un unico sistema informativo a supporto della contabilità pubblica (INIT).

Ma adesso si comincia “a mettere a terra” per (quasi) tutti quanto elaborato a livello teorico. Fino ad ora solo gli enti dello Stato avevano già iniziato a usare davvero questa contabilità, affiancandola a quella finanziaria. Gli altri enti si limitavano ad alcune rilevazioni periodiche.

Nel 2022 era stato approvato il “Quadro concettuale” cioè la struttura concettuale di riferimento per la funzionalità del sistema di contabilità economico-patrimoniale accrual.

Ad agosto 2024 è stato emanato il D.L. 113 (art. 10), che ha fissato le regole per l’avvio della contabilità accrual dal 2025, senza indicare tassativamente chi vi era tenuto.

Adesso è arrivata la Determina del Ragioniere Generale dello Stato n. 259 del 26 novembre 2024 già citata sopra, che indica quali enti sono soggetti alle novità dal 1 gennaio 2025. In particolare, nell’elenco allegato alla determina sono elencati puntualmente gli enti soggetti al nuovo regime  della fase pilota (quindi andate a controllare se il vostro ente vi rientra). Essenzialmente si estende la nuova contabilità ai soggetti diversi dallo Stato (il settore enti locali direi oltre i 5.000 abitanti).

Dal gennaio 2027 finirà la fase pilota e il nuovo sistema entrerà pienamente a regime e i nuovi bilanci sostituiranno i vecchi.

Cosa comporta la contabilità accrual dal 1 gennaio 2025

Nella fase pilota le novità non saranno subito dirompenti, anzi. Gli obblighi infatti sono essenzialmente due:

Il primo riguarda i bilanci: le amministrazioni soggette alla fase pilota dovranno elaborare schemi coerenti con quelli disciplinati dallo standard contabile ITAS 1 – Composizione e schemi del bilancio di esercizio, e devono comprendere, almeno, il Conto Economico 2025 e lo Stato Patrimoniale al 31/12/2025. Questi bilanci redatti col nuovo schema non sono vincolanti ma hanno solo fine conoscitivo (quindi in questa fase non si sostituiscono ai vecchi schemi, ma li affiancano).

Per predisporli, chiaramente, occorrerà obbligatoriamente adeguare i software in uso agli enti, che dovranno adattarsi alle regole informatiche che il MEF comunicherà entro il 31 marzo 2025. In attesa del completamento degli interventi di adeguamento dei sistemi informativi e dell’adozione della norma di riforma, le amministrazioni possono produrre i nuovi schemi di bilancio per il 2025 riclassificando le voci dei propri piani dei conti secondo le voci del piano dei conti multidimensionale  e apportando ai relativi saldi le integrazioni e le rettifiche necessarie per l’applicazione dei principi contabili ITAS.

In altre parole, il rendiconto dell’esercizio 2025 sarà costituito dai documenti obbligatori già noti previsti dal Dlgs 118/2011 e dal Dlgs 267/2000 (oltre che dal principio contabile applicato 4/1) a cui dovranno aggiungersi almeno lo stato patrimoniale ed il conto economico redatti secondo il nuovo schema “Accrual” (secondo le regole ITAS1).

Per poter raggiungere questo risultato le PA dovranno esaminare i criteri di valutazione che stanno applicando e assicurarsi che siano conformi anche ai nuovi standard, o adeguarvisi. Chiaramente tutto questo non è banale.

Di conseguenza ecco il secondo obbligo a carico delle amministrazioni inserite nella fase pilota: la formazione del proprio personale. Sul sito web MEF dedicato alla contabilità accrual infatti è stato creato il “Portale della formazione” (accessibile dalla home del sito Accrual MEF) in cui è presente un corso di formazione base: le amministrazioni dovranno assicurarsi che il proprio personale (contabile) lo completi.

Il completamento del ciclo di formazione di base sui principi e le regole del sistema contabile, oltre a fornire le informazioni utili ai fini della corretta produzione degli schemi di bilancio per il 2025, costituisce infatti il target M1C1-117 della Riforma 1.15 del PNRR e tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere al suo raggiungimento (entro il primo trimestre 2026 il 90% dei contabili degli enti inseriti nella fase pilota deve completare il corso). Sappiamo che il mancato raggiungimento dei target PNRR comporta sanzioni…

Il completamento del ciclo di formazione di base rappresenta il requisito necessario per poter accedere ai successivi corsi di formazione specialistici e settoriali che verranno successivamente organizzati dal MEF.

Per partecipare al corso ogni PA deve registrare i propri referenti della formazione seguendo queste istruzioni, poi a cascata questi abiliteranno i colleghi. Ci sono già voci critiche su questa formazione, speriamo bene, altrimenti le PA dovranno come sempre rivolgersi a corsi a pagamento…

 

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