Cos’è il CUP

Cos’è il CUP

Abbiamo già parlato della tracciabilità e visto come l’indicazione del codice CUP costituisca uno dei vari adempimenti previsti per assicurare la tracciabilità dei progetti. Ma cos’è il CUP, e chi lo rilascia? Vediamolo insieme.

Cos’è il CUP

Il Codice Unico di Progetto (CUP), istituito dalla legge 3/2003, è il codice che identifica univocamente un progetto d’investimento pubblico ed è lo strumento cardine per il funzionamento del Sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP).

Questa pagina illustra in dettaglio il suo funzionamento ed utilizzo. Sinteticamente possiamo dire che si tratta di una stringa alfanumerica di 15 caratteri, rilasciata dal CIPE dietro richiesta dei soggetti accreditati al sistema. La richiesta del CUP è obbligatoria per gli interventi rientranti nel Quadro Strategico Nazionale (QSN), nella programmazione dei Fondi Europei, quali ad es. Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF) 2014-2020 e nel Fondo di Sviluppo e Coesione e in generale per qualunque progetto di investimento pubblico (qualsiasi sia l’importo), anche assistito da fondi privati; l’obbligatorietà del CUP pertanto sussiste quando si è di fronte ad un intervento di sviluppo o a un investimento pubblico, decade in presenza di semplice manutenzione ordinaria: tuttavia, se la manutenzione è soggetta alla richiesta del Codice Unico d’Intervento CUI, o del Codice Identificativo Gara CIG, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica dice che è comunque opportuno richiedere il CUP, per favorire il dialogo del “Sistema” con la banca dati ANAC.

Una volta ottenuto, è obbligatorio riportarlo su tutti i documenti amministrativi e contabili relativi al progetto cui esso corrisponde (atti di gara, provvedimenti di finanziamento, progetti, mandati di pagamento, ecc.).

I tipi di CUP

Come vedremo in altri articoli, quando si richiede il codice CUP si inseriscono nel sistema vari dati sul finanziamento e sul suo oggetto. Accanto alla parola CUP capita spesso di trovarne altre, che aiutano a capire che tipo di codice ci troviamo davanti, o a che punto si trova il progetto a cui il codice si riferisce. Vediamole:

Master“: il codice CUP assegnato al primo progetto di una “catena” di interventi relativi allo stesso oggetto (di intervento), come: la stessa infrastruttura nel caso di lavori pubblici; lo stesso stabilimento industriale nel caso di incentivi ad unità produttive; lo stesso obiettivo in caso di formazione, di progetti di ricerca e di interventi finalizzati. Qualunque CUP può essere master, purchè non sia già collegato a un master (e in caso di lavori non riguardi più oggetti o infrastrutture). Il CUP master è utile perchè permette di capire quanti fondi si stanno spendendo su uno stesso oggetto, anche se sono di provenienze diverse. Pertanto ogni volta che sia possibile conviene sempre indicare il ‘master’ quando si chiede un codice CUP, in modo da non perdere questo collegamento che unisce gli interventi.

Provvisorio“: la normativa sui lavori pubblici prevedeva che ogni progetto fosse accompagnato da un CUP sin dalla sua programmazione. Ovviamente, in quella fase non era ancora noto l’importo dei fondi assegnati. Di conseguenza, nacque il CUP provvisorio, che contiene meno informazioni rispetto a quello completo. A differenza di quest’ultimo, si può chiedere che i dati del CUP provvisorio non siano resi pubblici. Il CIPE consiglia di non indicare il CUP provvisorio nei documenti ufficiali e di attendere per questo l’assegnazione del CUP definitivo. Una volta iniziata la realizzazione del progetto è infatti obbligatorio trasformare il CUP provvisorio, che termina con 0, in definitivo.

Definitivo” è il codice completo di tutti i suoi elementi. Al più tardi dobbiamo richiederlo quando inizia la realizzazione del progetto, perchè da quel momento è vietato continuare a usare il CUP provvisorio.

Cumulativo” è il codice CUP che può essere richiesto per un insieme di progetti d’investimento pubblico aventi  natura di “concessione di aiuti a soggetti (diversi da unità produttive)”, per i quali non sia previsto il ricorso a finanziamenti europei, che facciano capo ad un unico insieme di interventi (definito con un unico, specifico atto amministrativo) e che riguardino un solo settore economico beneficiario. Non può essere utilizzato quando i sistemi di monitoraggio “Monit web” della Ragioneria Generale dello Stato e “Sistema Gestione Progetti” del Ministero dello sviluppo economico richiedono che ciascun singolo intervento sia monitorato a livello di singolo destinatario. Nel caso di progetti costituiti da interventi multipli, compresi in un’unica decisione (es. più interventi di manutenzione straordinaria delle strade comunali) non va richiesto un CUP cumulativo ma più CUP singoli.

Chiuso“: lo stato che deve assumere il codice CUP quando il progetto è concluso, sono stati pagati tutti i fornitori, sono state erogate tutte le risorse pubbliche previste, non vi sono vertenze in corso.

Revocato“: lo stato che deve assumere codice CUP quando il soggetto responsabile decide formalmente di non realizzare più il progetto, anche se sono stati eseguiti pagamenti riguardanti lo stesso.

Attivo“: lo stato di un codice CUP che non sia nè chiuso nè revocato.

Dato che ormai esiste da oltre 15 anni, il CUP è uno dei codici più longevi tra quelli inventati dal legislatore per monitorare i progetti pubblici e la sua base di dati (accessibile a chiunque a questo link) è quantomai corposa.

La richiesta di un CUP, la sua trasformazione da provvisorio a completo, la revoca e la chiusura sono adempimenti obbligatori. Una volta ottenuto, il codice CUP rimane nella base dati del Sistema anche dopo la chiusura del progetto, con lo stato che il richiedente comunica. In passato molti soggetti hanno chiesto CUP provvisori senza mai trasformarli in definitivi e hanno mantenuto ‘attivi’ molti codici riferiti a lavori ultimati anche da anni.

Questa ‘sciatteria’ dei richiedenti ha peggiorato la qualità della banca dati, tanto che nel 2015 è stata necessaria un’attività di “bonifica”, che ha eliminato migliaia di CUP relativi a interventi mai realizzati e chiuso CUP rimasti erroneamente attivi. E’ auspicabile che in futuro tutti i soggetti che si interfacciano con il Sistema siano più scrupolosi, anche se non sono previste sanzioni a loro carico.

 

 

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4 Comments

  1. Per il cittadino funzionava meglio quando poteva prenotare direttamente con gli ospedali pubblici. Con i CUP i tempi di attesa si sono dilatati enormemente, e senza motivo. Infatti mi è capitato di fare esami all’ospedale con appuntamento, dove ho visto enormi vuoti fra un appuntamento l’altro. Forse i tempi e gli orari dei CUP non sono bene organizzati. Così il cittadino che vuole risposte in tempi giusti si vede costretto a rivolgersi ai privati e pagare la prestazione. Privati che i tempi giusti li hanno sempre, contrariamente al pubblico.

    Mariano

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